Cercare l'efficacia nelle Arti Marziali

Nel primo post di questo forum, che spero si popoli velocemente, ho deciso di toccare un argomento molto complesso che mi sta molto a cuore.

Quanto è importante l'efficacia nelle Arti Marziali e quanto l'avete ricercata nel vostro percorso personale?

Quali discipline vi hanno appagato maggiormente e per quali motivi?

Vi chiederei di rispondere in modo descrittivo e di motivare quello che scrivete  

questo dell'efficacia direi che è il tema dei temi...

per dare un contributo al confronto aggiungerei pensieri che in questi anni si sono via via depositati tra le pieghe di esperienze letture e ragionamenti

un conto è valutare l'efficacia di una disciplina che prepara al combattimento in armatura (antica o moderna) sul campo di battaglia...un conto è valutare l'efficacia di un percorso che prepara al combattimento in pantaloncini sul ring...e in mezzo tutto il resto

un conto è valutare il percorso dal punto di vista del raggiungimento di uno sviluppo psicofisico che comprenda anche la salute e la crescita "spirituale"

un conto è valutare una pratica dal mero punto di vista dell'efficacia in uno scontro

a questo aggiungerei che poi vi sono condizioni soggettive quali eta peso altezza psicologia etc

e oggettive quali efficacia di un metodo con una lunga tradizione, efficacia di un metodo innovativo etc

e a meta strada tra oggettive e soggettive...che si riassumono nel insegnante/maestro

esistono tradizioni che nei secoli hanno affinato oltre che una tecnica anche un metodo di trasmissione altre che piu recenti hanno attinto sia in termini di soluzioni al combattimento che in termini di metodologia di insegnamento alle conoscenze scientifiche disponibili

infine esistono maestri molto performanti nella pratica ma magari non cosi portati all'insegnamento e maestri meno significativi in termini di raggiungimenti personali ma molto incisivi come preparatori...

e ancora esistono motivazioni diverse a portare un praticante alla ricerca di un arte marziale e di un maestro...necessità di divesa personale reale (militari) o percepita che sia...confronto culturale con altri esseri umani...ricerca spirituale...salute


insomma per dirla in modo semplice proverei a ribaltare la questione...non tanto quale sia l'arte marziale piu efficace ma quanto sia l'arte marziale più efficace per me...dove per me

ad esempio per me in fasi differenti della vita

il jujitsu...per il suo approccio globale

poi il kyudo per la dimensione psicofisica

e infine il confronto con testimoni di quell'area geografica che va dagli urali al giappone per la particolarità di prospettiva e la singolarità di metodologia e risultati

Grazie per il tuo contributo. Il quesito in effetti era proprio quello.

Quindi il tuo percorso nelle arti marziali è stato guidato anche dalla ricerca dell'efficacia, oppure è solamente una componente che hai ritrovato in modo diretto/indiretto?

e quindi cosa ha guidato la tua ricerca?

inizialmente (avevo 7 anni) cercavo qualche cosa che mi rendesse invincibile...il dojo era il posto dove andavo 2 giorni la settimana ad imparare qualche cosa di utile da mettere in pratica tutti i giorni in cortile ...per fortuna scelsi judo e quindi non feci mai grossi danni...infatti poi feci una breve esperienza di pugilato per diventare piu "dannoso"...ma che fatica ragazzi...quando finivi non avevi piu energie per andare in giardino....poi con il tempo diventa piu importante trovare fidanzate che essere il piu forte del cortile e allora gusti si sono raffinati...un po per volta ho cercato e trovato dimensioni che in qualche modo mi fornissero stimoli sempre più articolati e socialmente spendibili anche in conversazione ...poi per un periodo la pratica è diventata mestiere e quindi divenne anche importante un certo tipo di efficacia...poi...e siamo alla fase attuale gli anni si sono fatti sentire 44 e quindi anche la ricerca ne è stata influenzata orientandosi verso qualcosa non solo efficace ma anche efficiente e quindi che consenta il massimo risultato in funzione del minimo sforzo

un giorno pensai...ci sara un giorno in cui avro molta esperienza e saro ancora fisicamente in grande forma...quel giorno saro entro limiti ragionevoli imbattibile...poi mi è venuto in mente che la curva dell'apprendimento e quella dello sviluppo fisico avrebbero avuto il loro zenit...magari proprio in un momento in cui mi trovavo a letto con l'influenza...il massimo possibile...sprecato...

credo che l'efficacia per me da un certo momento in poi sia stato piu un concetto relativo che assoluto

prendiamo il karambit...è una lama micidiale...con la sua forma a unghia di tigre..curva, corta spessa...muove su triettorie circolari moto chiuse e puo cambiare direzione e angolo in frazioni di secondo con un movimento molto simile a quello di un ufo...con pochissima forza e preparazione si puo infliggere dei colpi capaci di tranciare di netto uno o piu dita...su arterie legamenti e tendini di fatto è come un bisturi e non richiede la stessa determinazione che richiede un pugnale per essere usato in modo letale...basta un istintivo movimento difesivo del braccio che lo impugna e un minimo addestramento a direzionarlo nel punto giusto per lacerare mortalmente la gola di un avversario...quasi senza volerlo

per la mia esperienza non riesco ad immaginare lottatore o pugile che incontrando un uomo con il karambit ne possa venire fuori senza danni seri e permanenti se non ferite mortali...a patto di venirene fuori...

il massimo dell'efficacia...personalmente non temo altro come il karambit...e mi sentirei sicuro solo avendone uno a mia volta nella speranza di trovare un avversario abbastanza intelligente da capire la situazione di stallo...

bene...ora immagino la stessa arma contro un eschimese ricoperto di piu strati di abiti o un lappone con le sue pellicce scamosciata...diventa un misero coltello storto e spuntato capace forse di infliggere ferite maginali alle parti piu esposte...

questo...da un certo punto on avanti è stata la mia esperienza...piu la ricerca di qualche cosa di efficace per me in quel momento che alla ricerca di un qualche cosa di efficace in assoluto

davvero molto coinvolgente  ed ora cosa stai studiando?

be diciamo che dal mattino alla sera studio come dirigere la numerosa tribu che all'anagrafe chiamano famiglia...

scherzi a parte non credo di essere piu nella dimensione dello studio...in quel senso mi sono fermato...pratico...quello che ho sempre praticato che negli anni di esperienza in esperienza si è sedimentato a strati differenti ma coerenti...calcoal che piu o meno dai 20 ai 30 ho vissuto in modo molto intenso praticamente a tempo pieno un'esperienza in un organizzazione che tentava di ricreare una dimensione tradizionale....e nel bene e nel male questa rimane un esperienza che ti segna e da cui difficilmente puoi tornare indietro o replicare...tentando di andare avanti...un po per caso ho scoperto una nuova dimensione...quella del confronto con altri in una logica che non mi vedesse piu studente (appunto) ma praticante con una sua identità ma non per questo chiuso al confronto...a questo percors si è affiancato il kyudo...che per sue caratteristiche è una pratica dai tempi lunghi...e talmente diversa dal resto (almeno in superficie) da consentire comunque un confronto con altro...per motivi di lavoro ho avuto anche modo di girare un po per l'europa e efare un paio di puntate negli stati uniti e questo mi ha aperto le porte con l'incontro con alti non solo in termini di pratica ma anche di cultura...esistono degli universi in inghilterra spagna e francia...ma anche in germania anche tradizioni decennali...legate ai periodi coloniali o alla seconda guerra mondiale e alcuni di questi testimoni sono ancora vivi e relativamente disposti all'incontro...con un po di sfacciatagine e fortuna ho visto che si arriva quasi ovunque...negli ultimi 2 anni infine ho fatto un paio d viaggi oltre gli urali...tra siberia e kazzakistan e tolto il fatto che gia solo il viaggio è una pratica... poi in loco ho studiato l'arte del bere e del giocare a dadi...

le arti marziali studiate all'estero sono molto differenti da come le pratichiamo qui in Italia?

be, se vai in un paese diverso dal tuo...anche solo una citta o regione...intanto è appunto differente il posto quindi le persone quindi il loro modo di affrontare la vita e in questo le arti marziali...poi tendenzialmente se ci vai è per trovare qualche cosa che qui non trovi e quindi anche l'arte marziale è differente...pero in realtà, forse per tutte queste differenze, a colpirti sono piu gli elementi comuni che non le differenze

almeno questa è la mia esperienza, l'esperienza di uno che negli ultimi 10 anni che ha viaggiato molto solo in relazione al fatto che prima non ha viaggiato nulla...la mia esperienza si limita a incursioni veloci in cui il tempo dedicato al confronto con altri praticanti, nelle migliore delle ipotes,i è stato di qualche giorno, in altri casi di poche ore...piu che altro chiacchierate...magari qualche dimostrazione ma piu per superare limiti linguistici nel confronto che non per dimostrare qualche cosa...quindi non prendere per oro colato quello che scrivo...è solo la mia esperienza

Ma ad esempio andare in Cina per studiare il kung fu avrebbe senso? Cioè le culture son talmente diverse che credo bisognerebbe prima tentare di comprendere i loro modi di vivere e le credenze, soprattutto i legami tra spirito e corpo... Vorrei andare in Cina per qualche mese nel 2014 e volevo conoscere un po' di cose sulle arti marziali e il kung fu in particolare, anche perché altre cinesi non le conosco... Però non so da dove iniziare!

da sempre le culture si sono confrontate e il nuovo è venuto anche dalle incomprensioni

prendi lo zen...quando negli anni 60/70 è sbarcato in francia e da li in europa i portatori giapponesi senza stravolgerlo lo adattarono a noi altrimenti sarebbe stata impossibile la rifusione...quello che allora si sviluppo in europa era molto diverso da quello del giappone classico...nei modi nei tempi ovviamente nel linguaggio...oggi quel tipo di zen è presente anche in giappone in qualche modo è tornato modificando in parte la sua stessa origine

andando sul pratico la cina è un continete e i cinesi sono uomini come tutti con pregi e difetti...io fossi in te,,leggerei molto navigherei siti insomma mi farei un sacco di idee che poi serviranno a poco ma lo sai solo dopo essertele fatte

poi punteti piu che al kungfu al quigong...è l'essenza del kungfu...nella sua essenzialità dell'esercizio del palo e le sue semplici e poche varianti...in 3 mesi porti a casa qualche cosa di veramente prezioso che poi potrai coltivare negli anni...per tutto il resto 3 mesi sono pochissima cosa se parti da 0

ovviamente poi il destino deciderà per te...si dice che prima si trova il maestro e poi si trova la disciplina e si dice anche che quando l'alievo è pronto il maestro arriva...insomma si dicono tante cose per spiegare il caso che diventa fortuna e la fortuna che diventa destino

Il Rosso ha scritto:Ma ad esempio andare in Cina per studiare il kung fu avrebbe senso?

Dipende. Hai un contatto genuino basato su rapporti almeno di reciproca stima con qualcuno del posto che possa introdurti presso, non dico un Maestro, ma almeno un serio praticante? Conosci la lingua e la cultura cinese?
Perchè, se vai in Cina per studiare il Kung Fu senza nessuna di queste premesse, potresti diventare uno dei tanti occidentali da spennare. In Cina, come qui in Occidente del resto, hanno fiutato il mercato da tempo ormai.
Inoltre tieni conto che (vale per il Kung Fu cinese ma anche per tante altre arti marziali del sud-est asiatico, ad eccezione di quelle Giapponesi), molti praticanti ed insegnanti validi hanno abbandonato il loro paese generazioni fa, ed è spesso più facile trovarli nelle loro comunità all'estero piuttosto che nei loro paesi d'origine.
A parte tutto questo, un viaggio in Cina è pur sempre un viaggio in Cina, se puoi fallo

Purtroppo da fonti di fiducia so che la maggior parte degli occidentali andati in Cina per imparare le Arti Marziali non ha ricevuto un buon trattamento (addirittura pare siano stati spennati)

Però il punto è anche questo:
Noi in occidente intendiamo le Arti Marziali in un modo completamente diverso da come le intendono in oriente.
Credo che sia impossibile imparare le Arti Marziali intese come le intendono in oriente per noi occidentali... e sicuramente non prima di una decina d'anni

Un maestro cinese molto famoso qui in Italia disse che noi occidentali "non possiamo imparare le Arti Marziali"

Ora questo può far discutere ma in effetti la nostra percezione di Arte Marziale credo sia una cosa completamente diversa dalla loro. Quindi in Cina nelle migliori delle ipotesi trovi una cosa diversa da quella che credevi... nella peggiore ti spennano

condivido le possibilità di essere fregati o di non entrare in sintonia sono altissime

scrivono parlano e pensano in modo profondamente diverso da noi...per noi le parole sono suoni e concetti..per loro immagini...il nostro tempo è lineare...il loro circolare esplosi...etc

un eschimese conosce pochi colori ma di questi distingue mille sfumature perche immerso nella neve...un indios della foresta prluviale ha centinaia di colori molt macati

se si trovano a parlare di ghiaccio o di pappagalli avranno veramente poche possibilità di capirsi

in piu noi occidentali siamo cosi razzizti da credere di essere i soli ad essere razzisti...crediamo che appena accettiamo un altro popolo o un'altra cultura...questi pieni di riconoscenza per la grande saggezza dell'uomo bianco immediatamente ci accettino

noi chiamiamo gli staniari estacomunitari...i giapponesi li chiamano barbari...magari onorevoli barbari ma sempre barbari...non esiste un popolo che si senta inferiore o al pari degli altri (forse esclusi gli italiani che si portano a spasso per il mondo uno strano senso di colpa e limite mentre il resto del mondo ci guarda con grandissimo interesse) tutti i popoli pensano di sapere qualche cosa che gli altri non solo non sanno ma nemmeno possono capire...e questo in parte è giustificato dall'esempio dei colori

quindi è facile che molti maestri cinesi vedranno un italiano come il piu improbabile degli allievi

una volta dopo una giornata di pratica...dopo cena...dopo aver bevuto abbastanza un compagno chiese ad un istruttore giapponese chi uni italia avesse compreso meglio un certo passaggio tecnico fondamentale...l'istruttore ubriaco quanto noi (tanto per essere razzisti gli asiatici e i sud americani reggono meno l'alcol di noi europei) si lascio andare, smise di parlare in inglese e chiese l'aiuto dell'interprete per poter esprimersi in giapponese e poi disse: il maestro è venuto in italia 30 anni fa e ha insegnato quel movimento..ogni anno torniamo un paio di volte e ad oggi nessuno di voi lo ha capito veramente...ma noi continueremo a venire con fiducia...

detto questo un amico mi diceva...anche un orologio fermo ci piglia 2 volte al giorno...le arti marziali vanno misurate in anni e non in giorni o mesi...fai la tua esperienza senza pretendere che sia unica speciale o anche solo corretta porta a casa quello che viene e vedrai che da qualche parte ti porterà...quando uno inizia la pratica da bambino mica sa cosa sta facendo o se il suo istruttore è valido...impara qualche cosa magari di giusto e qualche cosa di sbagliato, poi gli anni passano e le esperienze prendono la loro forma guidano in una direzione piuttosto che in un altre

le arti marziali io credo siano uno stile di vita, una propensione alla ricerca calma e paziente, perche fine a sestessa oltre il raggiungimento di un risultato qualunque...è ricerca per la ricerca e in questo senso ci stanno anche gli errori e i falsi maestri

io ho incontrato giracchiando all'estero come in italia riferimenti che insegnavano meno di quello che sapevano, tutto quello che sapevano, piu di quanto sapevano...i primi sono disonesti perche o insegni o non insegni, i secondi sono onesti ma limitati, i terzi sono i veri maestri perche indipendentemente dai loro limiti personali e quindi anche considerazione sulla razza...sono portatori di un insegnamento tradizionale che li trascende...

se è vero che prima si trova il maestro e dopo l'arte e che il maestro arriva quando l'alievo è pronto...allora possiamo anche dire che è l'arte che trova noi e non il contrario...

a volte cerchiamo la risposta e perdiamo di vista la domanda...formulare in modo corretto la domanda aiuta a trovare la risposta

maurizio ha scritto:
...le arti marziali vanno misurate in anni e non in giorni o mesi...fai la tua esperienza senza pretendere che sia unica speciale o anche solo corretta porta a casa quello che viene e vedrai che da qualche parte ti porterà...quando uno inizia la pratica da bambino mica sa cosa sta facendo o se il suo istruttore è valido...impara qualche cosa magari di giusto e qualche cosa di sbagliato, poi gli anni passano e le esperienze prendono la loro forma guidano in una direzione piuttosto che in un altre

Direi a "Il Rosso" che questo è un ottimo consiglio.